Grande cinema: la Val Senales

22.10.2025

Questa storia ha inizio ai piedi dell’imponente castello di una leggenda dell’alpinismo. E finisce tra le gelide vette del ghiacciaio che un tempo restituì l’ormai nota mummia. Chiunque visiti la Val Senales, deve sempre guardare verso l’alto e viaggiare nel tempo. Nonostante i suoi abitanti siano famosi in tutto il mondo, questo angolo di Alto Adige è poco conosciuto, una grande fortuna per ospiti affezionati e residenti. La Val Senales è un microcosmo, un piccolo mondo a sé, dove gli orologi seguono il ritmo delle persone che la riempiono di vita. E di tradizione, di cultura e di buona cucina. In questa distesa della Val Venosta, che sembra quasi mediterranea, incomincia la valle lunga 20 chilometri, con il Castel Juval di Messner che troneggia come un attento guardiano all’ingresso della valle.

 

La valle dei cinque paesi e il maso parlante


I paesi della Val Senales sembrano sorelle diverse: l’imponente Monte Santa Caterina, la sua chiesa sulla roccia e il silenzio reverente dell’Abbazia di Certosa creano un sorprendente contrasto con la briosa Madonna di Senales e il suo incantevole villaggio nel cuore della valle, che ospita un museo all’aperto dedicato a Ötzi. Poco prima, ci sono io, l’Oberraindlhof. Dal 1581, offro alloggio a chi cerca un posto speciale. Sono un’autentica locanda altoatesina, dove in ogni piatto viene servita la tradizione. Poi, proseguendo, si arriva a Vernago, luogo misterioso e contemplativo, soprattutto per il bacino artificiale, a causa del quale, tempo fa, la gente ha dovuto cedere case e masi alle acque, lasciando la valle. Chiunque riesca a vedere l’antico campanile è fortunato, perché solo quando il livello dell’acqua è basso, è possibile scorgere parte del villaggio sommerso. Infine, c’è Maso Corto, località sportiva. Qui, gli sciatori serpeggiano abilmente sulla neve a più di 3.000 metri. Poco lontano, un po’ più in su, c’è il ghiacciaio che ha custodito per oltre 5.000 anni il segreto del cacciatore ferito.

 

Schnols ibr Olls


Questo detto può sembrare un po’ antico ed è difficile da comprendere anche per chi parla bene il tedesco. La traduzione letterale “la Val Senales sopra ogni cosa” è un po’ riduttiva e non coglie l’essenza del profondo legame che gli abitanti della Val Senales hanno con la loro terra. Un affetto che esprimono in queste righe con le parole e con il cuore. Sono orgogliosi e a volte testardi, ma pieni d’amore. Gli ospiti percepiscono tutto questo. E così, gli Schnolser amano condividerlo. E se chiedete ai miei cortigiani qual è la parte più bella della Val Senales, cosa i visitatori dovrebbero fare e cosa non dovrebbero assolutamente evitare di vedere, i loro occhi si illuminano e si riempiono di entusiasmo:

 

  • Percorrere un tratto dell’Alta Via di Merano
  • Esplorare la Val di Fosse, situata nel Parco Naturale Gruppo di Tessa
  • Gustare un piatto a base di pecore della Val Senales
  • Scalare la cima di casa, la Schröfwand (cima Codarotta)
  • Vivere il ritorno delle pecore (transumanza)
  • Sedersi in un’antica stube rivestita di legno
  • Visitare il nuovo Campus della Transumanza
  • “Volare” con la funivia del ghiacciaio della Val Senales
  • Scoprire una grotta nel ghiaccio con una guida alpina
  • Godersi una degustazione di vini insieme a Helmuth Raffeiner
  • Assaggiare il latte di neve della Val Senales
  • Indossare le pantofole di feltro di lana di pecora della Val Senales e ipoteticamente… non toglierle mai!

 

Non resta che augurare alla Val Senales, agli Schnolser e ai loro ospiti che pellicole come Everest, Lo straniero della valle oscura, Heart of stone o Tiger’s Nest non scatenino mai un hype, un effetto mediatico o, peggio, clamore sui social media. Perché la caratteristica tranquillità, la bellezza selvaggia delle montagne e il carattere un po’ particolare degli abitanti sono già uno spettacolo. Da cinema.