L’Oberraindlhof ha molte storie da raccontare. Ma quello che è successo qui, il 19 settembre 1991 e nei giorni, settimane e mesi a seguire, non ha paragoni.
Chi conosce il mio junior chef, Benjamin, sa che è un uomo dalle molte passioni. Ha un debole per le bellezze dai capelli scuri e dalle gambe agili.
Essendo io un vecchio edificio, posso tranquillamente dirlo… una volta, non tutto era migliore, era semplicemente diverso. Una cosa non è cambiata, per me, Oberraindlhof, negli ultimi secoli: le mie stanze, le mie stuben e le mie camerette erano, e sono tutt’ora, un luogo in cui venivano scritte le storie – e la storia.
Quando arriva il momento del tormentone italiano, Marina, non c’è niente da fare: la mia vecchia stube oscilla per i piedi che battono, le pareti tremano per gli applausi e i canti degli ospiti. Una simile serata tirolese nella Val Senales è un evento che unisce le persone e spesso dà vita a nuove e durature amicizie e flirt vacanzieri. Ma partiamo dall’inizio, come si fa quando si raccontano le belle storie.
Se il bis-bisnonno Anton avesse fatto di testa propria, dove oggi vi godete le vacanze ci sarebbe una fabbrica di scarpe. Ve lo immaginate! A dirvi la verità, sono contento che sia andata diversamente, altrimenti noi – voi, io e i miei cortigiani – non ci saremmo mai incontrati. Se volete, vi racconterò questa storia, che parla di uomini e di decisioni importanti… perché anche un calzolaio deve avere il coraggio di mettere via le forme delle sue scarpe se desidera fare altro.